Mappe mentali: come migliorano il tuo business

Avete mai quella sensazione?
Dovete esaminare un problema, fare una lista dei suoi vari aspetti e di ulteriori temi da trattare che vi vengono in mente, e poi non sapete da dove iniziare. Troppe variabili. Il cervello va in overload e vi paralizzate. Questo succede perché state usando strumenti lineari per un cervello che pensa in modo radiale.
Oggi vi mostro come le mappe mentali sono il ponte tra il caos e la chiarezza operativa.

I limiti del comune modo di pensare e il loro superamento tramite il pensiero per immagini

Vi sto per svelare un segreto che ha rivoluzionato il modo di lavorare di migliaia di professionisti e team aziendali. Uno strumento che la scienza ha dimostrato attivare entrambi gli emisferi del nostro cervello contemporaneamente, migliorare significativamente la produttività e potenziare la memoria. È validato da oltre 50 studi peer-reviewed pubblicati su riviste scientifiche internazionali.

Parliamo delle mappe mentali applicate alla semplificazione del lavoro quotidiano. Se lavorate in team, gestite progetti complessi o volete trasformare il caos in chiarezza operativa, continuate nella lettura, perché vi mostrerò esattamente come applicare questo strumento nel vostro contesto professionale, con risultati misurabili e scientificamente provati.

La tematica delle mappe mentali è strettamente connessa con il superamento dei limiti del tradizionale modo di pensare.
Il tradizionale modo di pensare ha fondamentalmente tre limiti.

Il primo limite è costituito dalla circostanza che è basato sull’adversarial thinking, sulla logica, in quanto ogni pensatore ha come scopo esclusivo, nel processo di pensiero, quello di fare prevalere le proprie tesi, le proprie opinioni, su quelle degli altri pensatori.

Un secondo limite è costituito dalla circostanza che il nostro comune modo di pensare dà prevalenza all’attività di processing, di elaborazione dei dati, rispetto alla preliminare attività di perception, di acquisizione e verifica dei dati e delle informazioni.

Un terzo limite è costituito dalla circostanza che il nostro cervello, di default, procede mediante schemi o modelli, che gli impediscono la generazione di nuove idee.

Il tradizionale modo di pensare, il cosiddetto adversarial thinking, è basato sulla logica, sul metodo logico, ed ha pertanto necessità di trovare una definizione esatta per ogni cosa. Una parola, un termine, devono sempre indicare la stessa cosa.
Per superare questo limite del comune modo di pensare è estremamente importante trovare nuovi metodi di indagine della realtà. La rigidità delle denominazioni, presente nel pensiero verticale, è collegata alla rigidità delle classificazioni. A sua volta la rigidità delle classificazioni produce un’impostazione obbligata del problema.

Come si supera questo limite?
La soluzione per evitare l’effetto coartante delle denominazioni e delle classificazioni è nel pensare per immagini visive, senza usare per nulla le parole, i vocaboli, il linguaggio. Le immagini visive hanno una fluidità e una plasticità che le parole, i vocaboli, il linguaggio, non potranno mai possedere.
Occorre tuttavia prestare attenzione: può essere abbastanza agevole e facile formulare dei concetti per immagini, pensare per immagini visive, ma è difficile esprimere ciò che si è pensato.
E qui giocano un ruolo fondamentale le mappe mentali, di cui abbiamo anche trattato in precedenti articoli e in precedenti video, che potete consultare tramite i link presenti nella descrizione relativa al video che trovate in alto.

Le mappe mentali: cosa sono e a cosa servono

Le mappe mentali agevolano la rappresentazione e l’espressione di ciò che si è pensato. In sintesi, la mappa mentale costituisce uno strumento per realizzare il pensiero per immagini e per condividerlo.

La tecnica che prevede l’impiego delle mappe mentali, elaborata da Tony Buzan negli anni ‘70, parte dalla critica ai cosiddetti “appunti convenzionali” o “appunti tradizionali”, costituiti dal modo di prendere appunti, divenuto standard, nel sistema occidentale, per convenzione sociale e educativa, e tuttora piuttosto diffuso, che consiste nello scrivere da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso. Tony Buzan evidenzia come il cervello non opera in modo lineare, salta da concetto a concetto, da idea a idea, da associazione a associazione, mentre gli schemi tradizionali costringono il lettore a scansionare, leggere nel caso di testi, ciò che è in essi contenuto da sinistra a destra e dall’alto verso il basso. E ciò è in contrasto con la preferenza naturale del cervello, perché la preferenza naturale del cervello è di scansionare l’intera pagina in modo non lineare.

Iniziamo dalla definizione scientifica.
Secondo l’Oxford Advanced Learner’s Dictionary, una mappa mentale è un “diagramma che presenta informazioni con un’idea centrale al centro e le idee connesse disposte intorno ad essa”. Riteniamo preferibile sostituire l’espressione “idea centrale” con quella “tema centrale”, e riformulare la definizione di mappa mentale come “diagramma che presenta informazioni con un tema centrale al centro e le idee connesse disposte intorno ad esso”.
La parola “diagramma” deriva dal greco antico διάγραμμα (diagramma), che significa “disegno”, parola formata, a sua volta, da διά (dià), “attraverso”, e γράμμα (gramma), “segno”, “lettera” o “scrittura”, che, a sua volta, deriva dalla stessa radice di γράϕω (grapho), che significa “scrivere”. Il diagramma è uno schema grafico che ha lo scopo di rappresentare sinteticamente, anche mediante ricorso a simboli, dei dati e delle informazioni, per renderli facilmente e immediatamente percepibili e consultabili.

La struttura delle mappe mentali

Iniziamo ora ad illustrare la struttura di base di una mappa mentale.

Nella descrizione che segue invitiamo a fare riferimento all’immagine di esempio di una mappa mentale che abbiamo appena inserito e che abbiamo realizzato con il programma SimpleMind.

La mappa mentale parte da un suo tema centrale o nucleo, che rappresenta l’argomento o il problema o il pensiero da cui si inizia a costruire la mappa mentale.
Il tema centrale è connesso con altri nodi o argomenti o temi tramite dei rami, che si irradiano appunto dal tema centrale verso i successivi nodi o argomenti o temi.
Il ramo connette un tema principale o nodo principale o argomento principale o argomento genitore o nodo genitore o tema genitore a un tema o nodo o argomento secondario o figlio, che appunto è connesso al nodo precedente. E dal nodo secondario è possibile che abbiano origine, che si irradino, altri rami, che connettono il nodo secondario a un ulteriore nodo secondario. I rami vengono anche denominati “relazioni”, e la loro caratteristica è quella di connettere un nodo principale o genitore a un nodo secondario o figlio, tra i quali si instaura appunto una relazione gerarchica.

Nelle mappe mentali è possibile anche collegare dei nodi o argomenti o temi che non sono tra loro in un rapporto gerarchico, e in questo caso il collegamento che viene effettuato tra i due nodi avviene mediante un “collegamento incrociato”, che appunto collega un nodo ad un altro nodo rispetto al quale non esiste una relazione gerarchica.

Nelle mappe mentali vengono inoltre collocate delle immagini o delle parole chiave, normalmente sui rami, per evidenziare la relazione che esiste tra un nodo o argomento o tema e l’altro nodo o argomento o tema al quale il ramo connette il primo nodo.
È tuttavia frequente che queste indicazioni, quanto vengono utilizzati i moderni programmi di generazione di mappe mentali, come nel caso della mappa che sto illustrando, vengano inserite direttamente all’interno dei nodi della mappa mentale.

Le performance che consentono di realizzare le mappe mentali

I numeri relativi alle performance di chi fa impiego delle mappe mentali parlano chiaro e sono impressionanti.
Lo studio Farrand del 2002, pubblicato nel Medical Education Journal e altamente citato dalla comunità scientifica, ha coinvolto 50 studenti di medicina in un trial randomizzato controllato. Risultati: una percentuale di miglioramento delle skill degli studenti tra il 10% e il 15% solo dopo una settimana.
Ma in ambito business i dati sono ancora più significativi. Il survey Chuck Frey del 2017, condotto su utilizzatori business di mappe mentali, ha mostrato il 25% di aumento medio della produttività percepita.

L’impiego delle mappe mentali per praticare il pensiero laterale: aspetti generali

Vediamo ora come è possibile impiegare le mappe mentali con le varie tecniche di pensiero elaborate dal Professor Edward de Bono.

Nella descrizione che segue invitiamo a fare riferimento all’immagine di esempio di una mappa mentale che abbiamo appena inserito e che abbiamo realizzato con il programma SimpleMind.

Una mappa mentale può essere efficacemente utilizzata per praticare le tecniche del pensiero laterale, e in questo caso utilizzeremo il nucleo o tema centrale per indicare il focus, che può essere un’area focus, ma normalmente è un purpose focus, e, praticando le tecniche del pensiero laterale, utilizzando i tool del pensiero laterale, in base al focus che abbiamo stabilito, genereremo varie idee, l’idea A, l’idea B, l’idea C.
Sui rami o all’interno dei nodi relativi alle idee generate indicheremo lo specifico tool del pensiero laterale che ci ha consentito di generare le idee che abbiamo appunto generato utilizzando tali tool.

La mappa mentale può essere utilizzata in modo simile per generare nuove idee senza utilizzare le tecniche del pensiero laterale. Ovviamente in questo caso la produzione di nuove idee è molto ridotta, perché impiegheremo la cosiddetta spontanea creatività, ossia la creatività che non viene esaltata dalle tecniche del pensiero laterale, che determinano invece una creatività intenzionale o provocata.

L’impiego delle mappe mentali per praticare il pensiero laterale: la generazione di idee previa ridefinizione e raffinamento del focus

Illustriamo ora un esempio di impiego di una mappa mentale per generare nuove idee.

Nella descrizione che segue invitiamo a fare riferimento all’immagine di esempio di una mappa mentale che abbiamo appena inserito e che abbiamo realizzato con il programma SimpleMind.

Partiamo da un focus, un purpose focus, nel caso di specie, che costituisce il tema centrale della mappa mentale: “come innovare e migliorare il packaging dei nostri prodotti alimentari”.

Dobbiamo, come abbiamo visto in altri articoli, ridefinire sempre il focus. Ed effettuiamo due ridefinizioni del focus.

Prima ridefinizione: “come fare notare e scegliere il nostro prodotto a scaffale”. Perché questa ridefinizione? Perché spesso gli scaffali sono pieni di prodotti simili, e il prodotto può divenire invisibile o difficilmente visibile tra centinaia di prodotti di competitor, per cui il cliente non lo vede o non lo sceglie.

Seconda ridefinizione del focus: “come rispondere ai dubbi del cliente prima dell’acquisto”.
Questo focus possiamo raffinarlo, una volta ridefinito, ossia possiamo apportare al focus dei piccoli miglioramenti che lo raffinano, senza arrivare alla sua ridefinizione, nel seguente focus: “come rassicurare e convincere il cliente”.
Perché questo secondo focus ridefinito e raffinato? Perché il cliente ha spesso dubbi e paure davanti allo scaffale, prima di effettuare l’acquisto, e a questo punto il packaging può non rassicurarlo, e, se il cliente non è rassicurato, non compra.
Il cliente si chiede:

  • il prodotto sarà buono?
  • sarà adatto a me?
  • come si usa?
  • vale il prezzo?
  • mi posso fidare?

Vediamo ora come utilizzare una mappa mentale per generare nuove idee mediante il ricorso alla tecnica del pensiero laterale del Professor Edward de Bono.
Abbiamo utilizzato un primo tema centrale, o nucleo, della mappa per indicare il focus originario, “come innovare e migliorare il packaging dei nostri prodotti alimentari”, e utilizziamo, nell’ambito della medesima mappa mentale, un ulteriore tema centrale per indicare il primo focus ridefinito, “come far notare e scegliere il nostro prodotto a scaffale”, e, sempre nell’ambito della medesima mappa mentale, generiamo un ulteriore tema centrale per indicare il secondo focus ridefinito, “come rispondere ai dubbi del cliente prima dell’acquisto”.
Questo secondo focus, come abbiamo visto, lo abbiamo anche raffinato, e, in esito al raffinamento, il nostro focus è “come rassicurare e convincere il cliente”.
Vi rendete già conto di come con la mappa mentale appare in modo molto evidente la presenza di un focus originario e della sua ridefinizione nel Focus 1 e nel Focus 2, che poi è stato successivamente raffinato.

Passiamo alla generazione di idee da questi due purpose focus. Preciso che la finalità di questo articolo è quella di mostrare una mappa mentale in azione mediante l’impiego della tecnica del pensiero laterale (al riguardo, per visualizzare integralmente la dinamica della mappa mentale da me impiegata in azione vi invito a consultare anche il video che trovate in alto), e non quella di entrare nel dettaglio dei singoli tool del pensiero laterale che vengono utilizzati.

Primo focus ridefinito: “come far notare e scegliere il nostro prodotto a scaffale”.
Relativamente al Focus 1 abbiamo generato le seguenti idee.

  • Colore dominante contrastante, che serve appunto a fare notare e scegliere il nostro prodotto a scaffale
  • La forma del packaging non convenzionale
  • Elemento visivo sporgente o tridimensionale
  • Elemento sorpresa/inaspettato
  • Finestra trasparente che mostra il prodotto
  • Illuminazione e riflessi nel packaging

Ora, nel caso della quarta idea, “elemento sorpresa/inaspettato”, possiamo utilizzare la mappa mentale generando degli ulteriori nodi per evidenziare, per specificare ulteriormente, le idee che vogliamo attuare in relazione al nostro focus.
Quindi, con riferimento all’elemento sorpresa/inaspettato, possiamo pensare all’umorismo, ad esempio all’inserimento di una barzelletta nel packaging del nostro prodotto, oppure a una frase di impatto per un discorso a tavola, in occasione di un compleanno o di una ricorrenza.

Passiamo al secondo focus, ridefinito e raffinato: “come rassicurare e convincere il cliente”.
In relazione a tale focus abbiamo generato le seguenti idee.

  • Garanzia “Soddisfatto o rimborsato ben visibile
  • Certificazioni visibili e spiegate
  • Tabella comparativa con dati reali e verificati
  • QR-Code “Contattaci per ogni dubbio”
  • Istruzioni d’uso semplicissime con icone
  • Premio riconoscimento ben visibile

Se abbiamo conseguito un premio per il nostro prodotto, un riconoscimento per il nostro prodotto, lo indicheremo sul nostro packaging, in modo che lo stesso sia visibile e riconoscibile da parte dei potenziali acquirenti.

In relazione alla quarta idea generata, il QR-Code “Contattaci per ogni dubbio”, abbiamo utilizzato la mappa mentale generando un nuovo nodo, per specificare in dettaglio come utilizzare il QR-Code “Contattaci …”, perché poteva non essere intuitiva l’idea generata, poteva non essere facile la comprensione, e qui abbiamo specificato, “Inquadrando il QR-Code con lo smartphone, viene attivata una chiamata vocale che mette il cliente immediatamente in contatto con un addetto del customer service a disposizione per chiarire eventuali dubbi.

Questo è come opera la mappa mentale nella generazione di nuove idee.
Le idee generate le avremmo anche potute annotare in degli appunti convenzionali o lineari o tradizionali, ma vi rendete conto di come avremmo avuto dei fogli di carta, anche se numerati e ordinati, che non sarebbero stati in grado di darci la visione d’insieme del focus originario, dei focus ridefiniti, e, soprattutto, di potere procedere oltre con ulteriori collegamenti, pensiamo ad esempio a un collegamento incrociato che possiamo effettuare tra le varie idee generate, collegamenti che sono molto difficili ricorrendo alla tecnica degli appunti convenzionali o tradizionali, tecnica che è inoltre in contrasto, in conflitto, con il funzionamento del nostro cervello, che, come visto anche in altri articoli e video, che potete consultare tramite i link presenti nella descrizione relativa al video che trovate in alto, preferisce tendenzialmente la struttura radiale della mappa mentale, simile a quella del neurone o dei neuroni che vengono impiegati per il processo di pensiero.

L’impiego delle mappe mentali per praticare la tecnica dei Sei cappelli per pensare

Le mappe mentali possono essere impiegate anche in relazione alla tecnica dei Sei cappelli per pensare.
In questo caso utilizziamo la mappa mentale, o meglio, il programma di generazione di mappe mentali, per rappresentare graficamente nella mappa i vari cappelli in sequenza, ma non sfruttiamo la funzione radiale della mappa mentale, che ci consente di stabilire una gerarchia tra il tema centrale o nucleo e gli altri temi che vengono generati tramite la mappa mentale, che consente, attraverso i vari rami, di porli in una relazione gerarchica.
Qui generiamo semplicemente tanti temi centrali, che rappresentano ognuno uno dei sei cappelli per pensare, ma non necessariamente tutti, che disponiamo, come nel presente caso, in sequenza.

Nella descrizione che segue invitiamo a fare riferimento all’immagine di esempio di una mappa mentale che abbiamo appena inserito e che abbiamo realizzato con il programma SimpleMind.

Abbiamo realizzato una sequenza di cinque cappelli, che inizia sempre con il cappello blu, termina con il cappello blu, e, nel caso di specie, abbiamo utilizzato il tema centrale per indicare il focus, che viene sempre stabilito dal cappello blu all’inizio della sequenza di pensiero.

La mappa mentale ci consente non solo di vedere graficamente in modo molto efficace la sequenza di cappelli, ma anche di effettuare eventuali modifiche. Se, ad esempio, io preferisco utilizzare il cappello nero dopo il cappello verde, posso tranquillamente spostare questo cappello.

È possibile sfruttare la funzione di generazione di nodo secondario o nodo figlio quando, in relazione ad un cappello che richiede una motivazione, come nel caso del cappello giallo o del cappello nero, vogliamo indicare appunto per quale ragione riteniamo che una determinata caratteristica che abbiamo rilevato con il cappello giallo costituisca, per noi, per esempio, un valore, e allora, a questo punto, andiamo a generare un ulteriore nodo e, nella casella del nodo, scriveremo quello che abbiamo rilevato mediante l’utilizzo del cappello giallo.

L’impiego delle mappe mentali nei team aziendali

Le mappe mentali semplificano anche il lavoro di gruppo nei team aziendali.
Vediamo perché.

Le mappe mentali, essendo immediatamente percepibili dal nostro cervello, e facilmente condivisibili dai vari pensatori, facilitano e potenziano sia l’uso di gruppo dei Sei cappelli per pensare nei team aziendali, consentendo ai membri dei team di visualizzare e gestire agevolmente le sequenze di cappelli utilizzate e rappresentate nella mappa, sia, nel caso in cui le mappe mentali vengono utilizzate per generare nuove idee, le sessioni di pensiero per generare nuove idee, generate spontaneamente o mediante il ricorso alla tecnica del pensiero laterale, consentendo ai membri dei team di avere sempre presente il focus e la correlazione allo stesso delle idee generate.

L’impiego delle mappe mentali per praticare il pensiero strategico

Le mappe mentali possono essere efficacemente impiegate anche in relazione alla tecnica del pensiero strategico o strategic thinking.

Nella descrizione che segue invitiamo a fare riferimento all’immagine di esempio di una mappa mentale che abbiamo appena inserito e che abbiamo realizzato con il programma SimpleMind.

Abbiamo visto come il pensiero strategico ha la funzione di mettere a fuoco le varie problematiche che si presentano, e in questa funzione è estremamente importante l’attività di ridefinizione del focus e del suo eventuale raffinamento.

Nell’attività di ridefinizione del focus, nel pensiero strategico, la mappa mentale può essere utile, in quanto ci fa percepire visivamente la ridefinizione del focus mediante la sua espansione, e la ridefinizione del focus mediante la sua eventuale riduzione.
In questo modo la mappa mentale ci consente di avere una visione altamente efficace, sia del focus originario, ossia dell’originario problema che stiamo cercando di mettere a fuoco, sia delle attività di ridefinizione del focus, che costituiscono dei tentativi di identificare esattamente il problema, ed è questa appunto l’essenza dello strategic thinking.

Le mappe mentali quali strumenti per sfruttare le potenzialità della mente

Occorre avere ben presente che le mappe mentali sono un mezzo, uno strumento, per sfruttare le potenzialità della nostra mente, e che pertanto, per esplicare la loro massima efficacia, richiedono l’impiego di tecniche di pensiero adeguate ed efficaci.

Le evidenze scientifiche sono chiare: le mappe mentali non sono solo uno strumento creativo, ma un metodo scientificamente validato per aumentare la produttività, migliorare il lavoro di team e potenziare il pensiero, anche strategico.

Cosa vi propongo di fare

Se volete implementare queste metodologie nella vostra azienda o sviluppare queste competenze professionalmente, ho creato, quale trainer certificato de Bono, dei corsi di formazione specifici che integrano mappe mentali con le tecniche dei Sei cappelli per pensare, del pensiero laterale e del pensiero strategico.

Pensate a una vostra esperienza in cui avete organizzato una riunione utilizzando esclusivamente appunti lineari, che conservate ancora oggi, e provate a riorganizzarli in forma di mappa mentale, con focus e idee generate.

Se volete, potete condividere con me i risultati della vostra esperienza nei commenti al video che trovate in alto.

Se volete imparare a praticare le tecniche di pensiero che, come trainer de Bono, insegno agli imprenditori e ai professionisti che, anche mediante l’impiego delle mappe mentali, vogliono ottenere risultati migliori attraverso tecniche di pensiero più efficaci, sono a vostra disposizione. Prenotate una consulenza gratuita di 30 minuti e ne parliamo insieme.